Storia del Palazzo di Giustizia

La basilica di Santo Stefano

Ma il cuore del Verziere è ancor oggi rappresentato dalla basilica di S. Stefano Maggiore - detta anche in brolo dal circostante terreno di proprietà di un arcivescovo - intorno alla quale si era svolta, nei tempi, una parte importante della vita cittadina. Le sue origini risalgono al V secolo, fondatore nel 433 il vescovo Matroniano. Dapprima intitolata a S. Zaccaria, già nel secolo IX era dedeicata a S. Stefano, e ne fa fede la sua citazione nel testamento dell'arcivescovo Ariberto (1034).

L'edificio, che era considerato uno dei maggiori e dei più fastosi della città, fu distrutto da un incendio nel 1075 e venne ricostruito tra l'XI e il XII secolo sulle antiche fondamenta, ma privo dello splendore originario. Esso assunse, invece, forme spiccatamente romaniche, che tuttora conserva, sia pure dopo diversi rimaneggiamenti subiti nell'arco dei secoli.

Fu in S. Stefano, dove si era recato per assistere alle sacre funzioni della festa patronale, che il 26 dicembre 1476 trovò tragica fine il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, ucciso a pugnalate da nobili congiurati presso la pietra degli innocenti, sulla quale, secondo la tradizione, l'imperatore Valentiniano I avrebbe fatto torturare quattro martiri. Nella basilica furono sepolti personaggi eminenti, come il maresciallo di Francia Teodoro Trivulzio - morto nel 1531 - e membri di famiglie illustri milanesi, come i Bascapè, gli Scaccabarozzi, i Marliani, i Caccia-Castiglioni, ecc…

Misero mano ai vari rimaneggiamenti di S. Stefano, artisti di fama secenteschi, come il Richino, Giuseppe Meda, Carlo Buzzi, che l'hanno resa preziosa, con le sue navate aperte ad artistiche cappelle - tra le quali quella dei Trivulzio (1595) - con i suoi affreschi quattrocenteschi e con il suo campanile, attribuito al Richino.

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